Esperienza da ricordare e di cui far tesoro nel percorso di crescita per la ventenne sammarinese Arianna Valloni. Alla sua prima Olimpiade ha fermato il cronometro nella batteria 1 dei 1.500 metri stile libero sul tempo di 16:54.64, che l’ha vista chiudere dietro alla canadese Katrina Bellio (16:24.37) e precedere la maltese Sasha Gatt (16:57.47). La portabandiera biancazzurra aveva come obiettivo prioritario abbassare il suo primato personale di 16:45.40, cosa che è invece riuscita alle sue due avversarie Bellio (16:29.67 il precedente) e Gatt (17:00.28).

“Non sono molto soddisfatta del mio tempo – ha confessato la giovane -, la tensione c’era. Ho fatto tante esperienze a livello internazionale, ma l’Olimpiade è un’altra cosa. Ero partita carica e con l’ansia, pensavo di poter migliorare il tempo visti gli allenamenti e perché mi sentivo bene. Pensavo di poter fare meglio, ma adesso guardo avanti essendoci un’altra gara. Vado avanti a testa bassa, mi devo riprendere e fare la prossima. Ho rotto il ghiaccio, vediamo come va e poi faremo le valutazioni. Vediamo come vengono gli 800, anche se la mia gara di punta erano i 1500. dopo Tokyo lavoreremo per fare sempre meglio”.

Il direttore tecnico federale Luca Corsetti prende il meglio della prova: “Tecnicamente stava nuotando decisamente bene fino agli 800-900, poi è subentrata anche una certa stanchezza. Anche se è peggiorata nel suo miglior tempo personale, ha comunque fatto una gara discreta. Sicuramente c’è un po’ di delusione da parte di entrambi. Arianna viene da un’annata dove non si è espressa al meglio per tante situazioni, avremo modo di rifletterci. L’Olimpiade è molto particolare, incide vivere in un villaggio e misurarsi in un contesto diverso. Lei non è questa, può sicuramente dare ancora tante soddisfazioni”.

Arianna Valloni ha un’altra occasione giovedì prossimo, 29 luglio alle 19.02 (12.02 ora italiana), negli 800 stile libero. Qui parte da un personale di 8.49. “Con il passaggio a 8.54 agli 800 nella gara dei 1.500 – spiega Corsetti -, deve fare una partenza più decisa e gestirsi. Deve buttarsi alle spalle i 1.500, ricordarsi che sta alle Olimpiadi togliendo un po’ di emozione. Non c’è tantissima differenza tra le due gare, i ritmi più o meno sono quelli. E non c’è una strategia diversa, va gestito lo sforzo”.

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